La scomparsa di Araldo Giannoni è una grande perdita per tutto il mondo dell’artigianato artistico italiano oltre che aretino. Non solo, quindi, per chi, come la figlia Arianna, oggi porta avanti nella storica bottega di Monte San Savino la tradizione della lavorazione artistica della ceramica, né solo per Confartigianato Arezzo, che ha avuto l’onore di averlo come suo associato storico, più volte premiato per il suo impegno nell’Associazione.
Figlio di Giotto Giannoni, Araldo ha guidato per molti anni la prestigiosa azienda di famiglia che il padre ceramista aveva fondato nei primi anni Venti del 900. Il laboratorio artistico di Giotto diventò immediatamente una delle più importanti botteghe di ceramica della Toscana. Le sue innovative creazioni vinsero premi importanti a livello nazionale e internazionale, dando vita all’inconfondibile “stile Giotto”.
La bottega di Monte San Savino divenne anche punto di riferimento per molti grandi collezionisti internazionali, tra cui personaggi del calibro di Churchill e Eisenhower e per Casa Savoia, che volle i piatti di famiglia firmati Giotto. Giotto nel 1963 si spense, lasciando però la vena artistica, l’azienda e la capacità di essere sempre all’avanguardia a suo figlio Araldo che, nel laboratorio di famiglia era diventato abilissimo modellatore, torniante e pittore. Con la moglie Anna Varignani, ceramista anche lei, proseguì il lavoro di famiglia, lo fece decollare definitivamente, tanto che nel fervore culturale degli anni ’70 la casa bottega dei Giannoni divenne punto di riferimento per intellettuali e uomini di cultura, fino alla realizzazione del “Ci ritroviamo da Giotto”, incontro annuale di artisti toscani di alto livello. Il 2 giugno 2000 gli venne conferita l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine “al Merito della Repubblica Italiana”.
Dal 2003 la tradizione del laboratorio artigiano “Ceramiche Giotto” viene proseguita attraverso l’impegno dei figli.
Resta il ricordo importante di un artigiano di grande livello e capacità anche imprenditoriale oltre che artistica, ma soprattutto di una persona che ha dato alla sua famiglia, al suo territorio, alla sua Associazione e al settore artigiano prestigio e vero motivo di orgoglio.