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Allarme: Confartigianato difende il Made in Italy


Un appello contro il tentativo di far annullare la Legge 99entrata in vigore il 15 agosto.Per la riunione del Consiglio dei ministri del 3 settembre i ministri Scajola e Urso hanno fatto mettere all’ordine del giorno un provvedimento per il “congelamento” della Legge 99 che dal 15 agosto ha introdotto l’obbligo dell’etichettatura d’origine.“Questa legge ha finalmente dato un segno concreto e deciso per la tutela dei prodotti e dei consumatori italiani – spiega Alessandra Calosci Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Imprese Arezzo – oltre che per la difesa delle nostre imprese. Va perciò respinto con decisione ogni tentativo di sospendere la normativa sul made in”.Dal 15 agosto, con l’introduzione della Legge 99, non è più possibile introdurre in Italia prodotti senza l’indicazione del paese di produzione: è un obiettivo raggiunto dopo anni di impegno di Confartigianato Imprese Arezzo, ma che continua a trovare fortiazioni delle lobby contrarie a questa norma di trasparenza.Secondo Calosci “Questa legge costituisce un primo passo verso l’obiettivo più ambizioso della tracciabilità dei prodotti, che sola può garantire e tutelare i consumatori e le imprese che realmente producono in Italia, adempiendo a tutte le normative di sicurezza, sindacali e quant’altro”.“Il tam tam di questi giorni sulla stampa economica contro la Legge 99 – continua Giancarlo Cerofolini Presidente dell’Associazione Calzaturieri – fa pensare alla difesa di interessi che niente hanno a che spartire con la tutela dell’occupazione, delle imprese e dei consumatori”.Confartigianato Imprese Arezzo si è sempre battuta per l’etichettatura obbligatoria e per la tracciabilità dei prodotti del tessile abbigliamento, e in questi giorni sta mobilitando le proprie strutture nazionali perché intervengano contro ogni tentativo di manipolazione della Legge 99. “Vogliamo lanciare un appello alle istituzioni e a tutte le forze politiche perché si mobilitino a difesa della legge 99, contro i tentativi di renderla inefficace”. Dice Alessandra Calosci, e si appella anche alle altre categorie economiche e ai sindacati dei lavoratori: “questa legge ci aiuta a difendere le produzioni del distretto aretino, i posti di lavoro nelle nostre imprese; perciò dobbiamo fare fronte comune”.


1 Gennaio 2013
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