Fra i mille ostacoli che rendono le imprese italiane meno competitive rispetto alle colleghe di altre nazioni c'è anche il conto della bolletta elettrica, molto più salato da noi che altrove. L’Italia – secondo l'ultimo report dell'ufficio studi di Confartigianato – ha il primato negativo in Europa per la bolletta elettrica più costosa a carico delle imprese. I nostri imprenditori pagano l’energia il 31,7% in più rispetto alla media UE. Tradotto in denaro si tratta di un maggiore costo di 7.939 milioni di euro l'anno, equivalenti a circa mezzo punto del valore aggiunto. Per ciascuna azienda italiana significa un esborso di 1.776 euro in più all'anno rispetto ai competitor europei. In Toscana l'esborso è un po' più basso, 1558 euro in più all'anno, ma comunque sostanzioso e in grado – sottolinea Giovanni Donati, presidente di Confartigianato Arezzo – di incidere non poco e negativamente sui bilanci di piccole e piccolissime imprese come quelle che rappresentano la maggioranza del nostro tessuto produttivo. Ad Arezzo e provincia – continua Donati – questo si traduce in un gap negativo rispetto alle aziende competitor del resto d'Europa di 36 milioni di euro. A gonfiare la bolletta energetica delle imprese contribuisce la pressione fiscale che incide per il 22,7% sul prezzo finale dell'elettricità. Anche in questo caso l'Italia detiene il record negativo nell'Ue: le imposte sull'energia ammontano a 31.750 milioni di euro l'anno e sono più alte del 23% rispetto ai Paesi dell'Eurozona. Questo significa che cittadini e imprese italiani pagano la tassazione sull'energia 6,1 miliardi in più ogni anno rispetto alla media europea.Sul fronte fiscale per le piccole imprese il gap con l'Europa è ancora più ampio: in valore assoluto il peso del fisco sui consumi di energia delle aziende in Italia è il più alto d'Europa ed è maggiore del 134,1% rispetto alla media Ue. Adesso poi – continua Donati – a livello centrale con le varie ipotesi di Robin Hood Tax, o a livello locale, con le sovraimposte provinciali, ci aspetta un ulteriore aggravio. Continuando così – conclude il presidente di Confartigianato Arezzo – non si va da nessuna parte, tantomeno si risolleva l'economia. Al contrario è necessario abbassare il costo dell'energia, con riforme strutturali che aprano alla vera concorrenza i settori dell’elettricità e del gas, puntino sull’efficienza energetica e sull’uso di fonti rinnovabili, consentano di ridurre e riequilibrare la pressione fiscale sul prezzo dell’energia che, ripeto, grava soprattutto sulle piccole imprese”.
Energia troppo cara per le imprese anche per colpa delle tasse Donati (Confartigianato): “Così l’economia non riparte”
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