“Adolescenza: uno sguardo al futuro in tempo di crisi”: Questo il titolo della 4a e ultima lezione della scuola per genitori di Confartigianato Arezzo edizione 2013, che si è svolta all'auditorium dell'ospedale San Donato. La prima parte della lezione è stata tenuta Paolo E. Dimauro Psicoterapeuta specializzato nelle dipendenze, fino a pochi mesi fa direttore del Sert di Arezzo, mentre la seconda è stata tenuta da Stefano Bartolini, economista, docente presso l'Università di Siena, che ha illustrato come passare da una società del Ben-avere ad una società del Ben-essere.Centrale nella relazione di Dimauro è stato il rapporto fra i figli adolescenti e i genitori. “Un rapporto che necessita – ha detto l'esperto – di essere rinegoziato, così come si rinegozia la coppia stessa, che dopo la fase dell'innamoramento passa ad un rapporto diverso”. “I figli adolescenti – ha sottolineato Dimauro – hanno bisogno di far morire l'immagine idealizzata che nell'infanzia avevano dei genitori, hanno bisogno di contraddittorio ed è per questo che sentono il bisogno di provocare quei genitori dai quali continuano a dipendere. I genitori, dal canto loro, hanno bisogno di assorbire i colpi, ma anche di continuare a proteggere e contenere i figli.” E ancora: “Noi viviamo in una società che si difende dai contrasti, dove contrasto si identifica in distruzione. Ma non è detto che il contrasto sia distruttivo – fa notare l'esperto – l'importante è che permanga il clima di fiducia, che non venga messa in discussione la relazione genitori-figli. I genitori devono mantenere questo rapporto di fiducia.” La sintesi sta in una citazione sull'adolescenza. “Io non sono più quello che ero, ma non sono ancora quello che sarò.”La felicità è invece il tema centrale della seconda relazione della serata, quella dell'economista Stefano Bartolini, che focalizza l'attenzione sul passaggio dal Ben-avere al Ben-essere. Il primo esempio dell'economista Bartolini riguarda la relazione fra il Pil, il prodotto interno loro e la felicità. “Negli USA si è dimostrato – racconta Bartolini – che al crescere del PIL è diminuito proporzionalmente il numero di persone che si dichiarano felici, mentre è aumentato il numero di malati mentali, suicidi, di coloro che usano psicofarmaci, alcol e droghe. E' aumentato anche il numero degli adolescenti che si tolgono la vita e si è abbassata la loro età. Ora si tolgono la vita anche bambini di 8-9 anni. Contemporaneamente – continua Bartolini – è aumentato il numero di ore lavorate, le ferie sono in media di due settimane all'anno e la giornata è di dieci ore lavorative. Perché lavorano tanto gli americani se sono sempre più infelici? Il problema – sottolinea Bartolini – è la mancanza di tempo. Si è sempre pensato che lo sviluppo economico avrebbe dato più tempo alle persone, ma non è andata così.” Che il denaro non facesse la felicità si sapeva, ma ora Bartolini affonda. “Il problema non sono i soldi, ma il prezzo al quale si sono ottenuti. E nella società Usa si è visto che il gioco non vale la candela, perché è una società nella quale non vi sono più relazioni sociali, e i poveri di relazioni lavorano di più perché il lavoro riempie un vuoto. Poi si instaura un circolo vizioso, perché lavorando di più c'è meno tempo per le relazioni. Quella Usa è una società che si è avvitata in questo meccanismo. La conseguenza – sottolinea Bartolini – è sostituire un bene privato e costoso con un bene pubblico e gratuito”. Un esempio? “L'home entertainment, con adulti e bambini confinati in casa, mentre un tempo i ragazzi crescevano per strada e facevano relazioni sociali. Così oggi i genitori diventano gli DEI moderni dei bambini, perché sono il loro punto di riferimento, visto che non escono più con i loro coetanei. Anche con gli anziani è lo stesso: si è messa la badante, ossia un bene privato e costoso al posto di un bene pubblico e gratuito che era dato dalle relazioni sociali con il vicinato. E quando le relazioni sociali si disfano servono soldi.”Ma quello che segue fa sobbalzare. “Degrado sociale e degrado ambientale – dice l'economista – generano sviluppo economico, al tempo stesso la crescita economica produce degrado sociale e degrado ambientale.” Così il PIL viene definito “meravigliosa illusione” perché “ci dà l'impressione di essere più ricchi, ma siamo più ricchi di beni privati e costosi, mentre siamo più poveri di beni collettivi.” L'equazione che porta al consumismo è immediata. “Il consumista da importanza ai soldi, il non consumista la dà alle relazioni sociali. I consumisti – sottolinea ancora Bartolini – sono meno felici, più ansiosi e più irritabili.” Così la “pressione pubblicitaria fa male agli adulti, ma fa malissimo ai bambini” perché porta all'equazione: “se hai un problema, se non stai bene, la tua soluzione è comprare qualcosa.” Ultima sul banco degli accusati è la scuola. “Stiamo creando dei polli d'allevamento – dice Bartolini – perché i nostri figli non hanno più tempo e vengono caricati sempre di più di compiti. Al contrario la maggior parte delle cose si impara dalle esperienze di vita, non dalla scuola. E il problema oggi è che i ragazzi non hanno più esperienze di vita.” Quale la soluzione? “Fare come in Svezia – dice Bartolini – ossia eliminare la pubblicità rivolta ai bambini e ridurre i programmi per loro, perché i bambini non devono stare davanti alla Tv. La pubblicità – conclude- è pericolosa, andrebbe tassata pesantemente come sono tassate le sigarette e gli alcoolici. Possiamo farlo, cominciano da qui” Se vogliamo evitare di finire come gli americani siamo avvisati.
Il messaggio degli esperti all’ultima lezione della scuola per genitori di Confartigianato Arezzo Più vita sociale e meno consumismo per il futuro dei nostri ragazzi
Home
/ Il messaggio degli esperti all’ultima lezione della scuola per genitori di Confartigianato Arezzo Più vita sociale e meno consumismo per il futuro dei nostri ragazzi