L’anno appena iniziato è stato contrassegnato da fatti inquietanti di cronaca nera che hanno indubbiamente rimesso in primo piano i difficili rapporti che spesso intercorrono tra genitori e figli. Ancora una volta abbiamo assistito all’orrore che non vorremmo mai si verificasse, un orrore che ci sconvolge perché ci tocca le corde più intime e più carnali. La nostra inquietudine non nasce solo dal fatto che si consumano vittime, ma che vittima e carnefice vivano sotto lo stesso tetto, che vittima e carnefice si appartengano con il legame più profondo di genitore e figli. Delitti contro natura spesso vengono definiti, e per quanto innaturali possano essere si stanno verificando con un crescendo che ci sembra allarmante.Sono molti i salotti televisivi dove vengono invitati personaggi di spicco e autorità scientifiche per discutere in merito all’argomento e il denominatore comune al di là di ogni variabile personale è il vuoto esistenziale dei nostri giovani, conseguenza spesso della perdita dei ruoli genitoriali e comunque della figura dell’adulto in genere. Paolo Crepet, massimo esperto in questo campo, sia perché psichiatra e psicoterapeuta, sia perché autore di molti scritti sulle problematiche adolescenziali, ma anche e soprattutto perché Direttore Scientifico di Scuola per Genitori di Confartigianato, afferma che: “ci troviamo di fronte ad una generazione senza futuro, alla quale noi adulti abbiamo rubato i sogni, o meglio la capacità di sognare e di progettare il futuro. Ci domandiamo perché e come si possa arrivare a tanta atrocità, ma in realtà dovremmo domandarci, cosa facciamo noi adulti, genitori, insegnanti, istituzioni, politici affinché queste realtà non si verifichino? Finchè ci saranno genitori che non si sentono offesi del solo mero ruolo di “bancomat”, o che riescono a trovare illusorie giustificazioni ad un rientro in casa alla quattro del mattino, finchè ci saranno insegnanti sordi alle più tacite richieste di aiuto, finchè ci saranno politici che non ritengono importante investire nell’istruzione e nell’educazione ed infine finché non ci sarà una vera collaborazione tra famiglia, scuola e istituzioni queste punte di iceberg saranno ancora espressioni profonde di un malessere interno che riguarda tutti noi.”Severe le parole del Prof. Crepet, ma che ci inducono ad una autoanalisi indipendentemente dal nostro ruolo nella società. A dispetto di molte realtà in cui il territorio è povero di strumenti di sussidio all’educazione, la città aretina ha l’onore di vantare la presenza di una Scuola per Genitori di Crepet, grazie alla determinazione e la sensibilità di Confartigianato Arezzo. Il segretario Mauro Giovagnoli ci fa sapere che sono aperte ancora le iscrizioni e che il prossimo imminente incontro sarà tenuto dal Prof. Mario Polito e tratterà il tema tanto delicato delle punizioni e dei castighi.