A Pasqua meglio consumare colombe e uova di cioccolato artigianali e Made in Italy. “Per avere la garanzia della qualità dei prodotti dolciari, i consumatori devono fare attenzione all’etichetta, agli ingredienti con cui i prodotti sono fatti e ricordare che solo i prodotti italiani possono chiamarsi “colombe”. Questo il consiglio dell’Associazione Pasticceri e Cioccolatieri di Confartigianato Imprese Arezzo che, alle porte delle festività Pasquali, vogliono ricordare ai consumatori l’importanza di scegliere prodotti di qualità.
E a mettere in guardia sui prodotti dolciari provenienti dall’estero e spacciati per produzioni locali o comunque spacciati per “artigianali” è il presidente dell’Associazione Pasticceri Fabio Bardelli. “L’unica arma che hanno i consumatori – spiega – è una attenta lettura dell’etichetta e preferibilmente andare in un laboratorio artigiano di fiducia”.
Chi cerca la vera colomba come distinguerla? In base al decreto ministeriale 25 luglio 2005, la denominazione “colomba” non si può applicare ai prodotti di altri Paesi europei e qualche anno più tardi il Ministero dello Sviluppo Economico ha stabilito le indicazioni specifiche sugli ingredienti da riportare sull’etichettatura dei prodotti alimentari e prodotti dolciari da forno.
“E’ importante ricordare dichiara Bardelli che per chiamarsi colomba, un dolce deve avere almeno il 16% di burro, uova di categoria “A”, cioè fresche e in quantità tale da garantire almeno il 4% in tuorlo, latte, miele, burro di cacao, eccetera. In una colomba “falsa”, invece, si possono trovare ingredienti molto diversi: prevalentemente, si tratta di dolci che contengono ingredienti scadenti, ad esempio grassi idrogenati, pochissimo burro e uova e molto zucchero, per “coprire” la qualità inferiore”.
Il consiglio è quello di rivolgersi con fiducia alle pasticcerie e cioccolaterie artigianali locali, in fondo una Buona Pasqua merita di essere festeggiata con prodotti di qualità!