Chi vorrà godere del bonus regionale per la sostituzione dei caminetti, dovrà fare comunque la dichiarazione e inserire gli impianti nell’apposito registro
In merito all’accatastamento di camini, stufe e caldaie a legna, pellet e cippato, con la nuova legge regionale, chi vorrà godere del bonus regionale per la sostituzione dei caminetti, dovrà fare comunque la dichiarazione e inserire gli impianti nell’apposito registro.
La novità è stata introdotta dal Consiglio regionale della Toscana che il 24 luglio ha approvato a maggioranza le modifiche alle legge 9 del 2005, che appunto disciplinava l’accatastamento.
Secondo la normativa regionale toscana sull’accatastamento, il censimento dei camini, delle stufe e delle caldaie a legna presenti nelle abitazioni, che riguarda i generatori di calore alimentati a biomasse (legna, pellet e cippato) con potenza utile nominale inferiore ai 10 kW non è più direttamente obbligatorio per i cittadini.
Il registro per camini, stufe e caldaie a legna resterà però attivo. Se si vorranno richiedere i contributi regionali per riqualificare vecchi generatori alimentati a biomassa, bisognerà denunciare la presenza di questi impianti. Per chi vuole godere del bonus, l’accatastamento riguarda in particolare:
- i caminetti aperti, chiusi e inseriti
- le stufe e le caldaie che usano biomasse legna, pellet, cippato
Il censimento non riguarda le cucine economiche, ossia le stufe dedicate soltanto alla cottura dei cibi e non collegate all’impianto di riscaldamento. Sono esclusi i camini dismessi (ossia quelli che ormai sono soltanto elementi di arredo); quelli che rappresentano l’unica fonte di riscaldamento per l’abitazione e quelli che si trovano in abitazioni fornite di un sistema di riscaldamento condominiale. In questi casi per accedere ai contributi della Regione Toscana – sarà sufficiente un’autodichiarazione compilando un modulo pdf e inviandolo via mail.
La misura era stata introdotta per creare un “catasto” dei generatori di calore a biomasse e valutarne così l’impatto sull’inquinamento dell’aria, a seguito di due procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea per lo sforamento dei livelli di polveri sottili e biossido di azoto. La situazione più critica in 14 comuni ella Valdinievole e della Lucchesia. Secondo le stime scientifiche infatti un caminetto a legna emette 840 grammi di polveri sottili (Pm 10) ogni giga joule di energia prodotta, contro i 760 di una stufa a legna e i 29 di una pellet. Una caldaia a metano si ferma a 0,2 grammi. In altre parole, a parità di energia prodotta un camino inquina come 4.200 caldaie. L’introduzione dell’obbligo però aveva generato polemiche.
Fin qui le modifiche alla normativa toscana sull’accatastamento di camini e stufe alimentate a legna. Restano le sanzioni per chi non adegua alle prescrizioni in materia di efficienza energetica gli impianti alimentati a biocombustibile solido, di potenza utile nominale maggiore o uguale ai 10 chilowatt. Se non verrà fatto si rischierà una multa da 500 a 3000 euro. La “potenza nominale” è quella dichiarata dal fabbricante: basta quindi controllare sulla documentazione rilasciata dall’installatore.
Per chi vuole fare questo censimento dei camini e delle stufe a legna la procedura è tutta online ed è possibile registrare gratuitamente (o meglio, come si dice in gergo “accatastare”) questi impianti collegandosi al sito www.siert.regione.toscana.it, il portale regionale sull’Efficienza Energetica della Regione Toscana. L’accesso è con Spid o CNS (ad esempio la tessera sanitaria attivata per i servizi digitali). Chi riscontra problemi durante la procedura informatica o ha bisogno di informazioni può chiamare il numero verde 800 15 18 22 oppure chiedere aiuto a uno sportello dell’ARRR, l’Agenzia Regionale Recupero Risorse a cui spettano i controlli in questo campo (qui gli indirizzi degli uffici in Toscana).
Per saperne di più è necessario contattare il Coordinatore della Federazione Impianti, Simone Verdelli (Tel. 0575314282 – simone.verdelli@artigianiarezzo.it).