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Agroalimentare artigiano: Arezzo verso il boom Crescono del 3,2% il fatturato e del 5% l’export


Un raggio di sole nella tempesta della crisi: l’ottimo andamento, anticiclico rispetto alla situazione generale dell’artigianato, del settore agroalimentare aretino, con una crescita del fatturato del 3,2% nel terzo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013.

“Si tratta di un dato molto importante – spiega Mauro Cornioli, presidente del settore agroalimentare di Confartigianato Arezzo e regionale – perché indica che la scelta fatta dai nostri artigiani, tutta puntata sulla qualità sta pagando, anche in un momento di crisi come questo, nel quale i consumatori hanno comunque finito per sacrificare qualche altro elemento della spesa familiare pur di non rinunciare ad un prodotto agroalimentare realizzato con qualità. Tutto questo lascia fondate speranza di un buon andamento del settore anche per le prossime festività”.

Ma il vero boom l’artigianato agroalimentare aretino, fondato sui prodotti di qualità a media e lunga conservazione, lo fa sull’export, con un incremento provinciale che arriva addirittura – per i prodotti agroalimentare lavorati e trasformati esclusa ovviamente la ristorazione – ad un + 5% sempre nel confronto tra terzo trimestre 2013 e 2014, poco meno del doppio di quella nazionale che indica, secondo i dati dello Centro Studi Confartigianato, un incremento del 2,9%.

Marco Bacci, responsabile Confartigianato Agroalimentare, spiega questo successo “con la qualità dei prodotti, e in particolare con il positivo andamento del settore panificazione e trasformazione dei prodotti da forno, che hanno fatto registrare una crescita che da solo costituisce il 2,7% di quel 5% complessivo: di fatto la metà dell’incremento sull’export viene da questo settore”.

I mercati che si stanno dimostrando sempre più ricettivi da questo punto di vista sono quelli dell’est Europa, Russia in testa, molto ben disposti verso i lavorati la media e lunga scadenza con la nostra qualità. Qualità che, ancora secondo il presidente Cornioli, “sarà anche favorita, come penetrazione sui mercati, anche dalle recente normativa sull’etichettatura, che darà ai nostri prodotti agroalimentari una forza in più, visto che l’attenzione verso il made in Italy, in Tuscany in particolare, è molto forte su numerosi mercati non solo europei”.

Tutto questo – secondo Confartigianato – a 20 settimane dall’inizio di Expo Milano 2015, Esposizione Universale centrata sul tema, evento che rappresenta un’occasione per mettere in evidenza la qualità, la creatività e il legame con la tradizione e il territorio delle produzioni artigiane del settore alimentare.

Secondo i dati del Centro studi Confartigianato, in Italia sono 4.813 i prodotti agroalimentari tradizionali e la sola Toscana ne conta quasi un decimo (9,6%) e precisamente 463, seguita dalla Campania con 429 (8,9%), dal Lazio con 386 (7,7%), dal Veneto con 371 (7,7%) e dall’Emilia-Romagna con 356 (7,4%).



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