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Assemblea di Confartigianato Arezzo. “Tiriamo fuori le piccole imprese dalla morsa degli aumenti di tassazione”


Il Presidente Vannetti: necessario semplificare gli adempimenti e i regimi contabili delle imprese, rivedere la tassazione sugli immobili produttivi e riequilibrare il peso dell’Irap.

Confronto con il governo con la presenza del Viceministro Luigi Casero.

Semplificare gli adempimenti ed i regimi contabili applicabili dalle imprese, rivedere la tassazioni immobiliare che grava sugli immobili produttivi e riequilibrare il peso dell’Irap. Sono solo alcune delle sollecitazioni verso il Governo emerse dall’Assemblea di Confartigianato Arezzo dal titolo “Le piccole imprese nella morsa degli aumenti di tassazione erariale, locale e degli adempimenti fiscali: quali prospettive dall’attuazione della riforma fiscale?”: che si è tenuta giovedì 15 maggio alla Borsa Merci di Arezzo.

Erano presenti all’evento il viceministro all’Economia e alle finanze Luigi Casero, Fabio Battaglia, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti e Andrea Trevisani, direttore nazionale del settore politiche fiscali di Confartigianato

C’è da dire subito che il bilancio associativo di Confartigianato Arezzo, come peso socio-economico reale nella provincia aretina, è positivo, con una sostanziale tenuta del numero di imprese nel 2013, un numero che dà proprio a Confartigianato Arezzo, con 5414 imprese associate, senza dubbio una grande capacità di penetrazione sul territorio e una forza rappresentativa rara. Oltre alla tenuta, tra i fattori positivi resi noti dal segretario provinciale di Confartigianato Imprese Arezzo, Mauro Giovagnoli vi sono la rappresentanza di praticamente tutti i mestieri e l’allargamento sempre più evidente anche ad altri settori delle Pmi.

Forte, quindi, della sua posizione di presidente di un’associazione di categoria di tale importante peso e struttura, nel suo intervento Ferrer Vannetti ha spiegato le cose che non vanno e che dovranno essere riviste a livello politico-amministrativo: “Abbiamo un carico normativo sproporzionato rispetto agli altri Paesi: 2mila norme in Gran Bretagna e più di 100 mila da noi: negli anni passati era stato costituito un ministero della Semplificazione, ma evidentemente non è servito a molto visto che non solo abbiamo una pressione fiscale particolarmente alta, ma anche quella burocratica – legata a tutte le pratiche che il Fisco comporta – è da record”.

Secondo i dati in possesso di Confartigianato solo nelle ultime due legislature sono state ben 629 le nuove norme in materia fiscale adottate dallo Stato e di queste appena 72 (l’11,4% del totale) sono servite a semplificare le procedure a carico delle imprese, 168 quelle neutre, mentre ben 389 hanno aumentato il peso di scartoffie ed adempimenti. In pratica, dal 2008 ad oggi quasi due nuove norme fiscali su tre hanno aumentato il carico di pratiche da istruire.

Tutto questo, denuncia Vannetti “produce un notevole stress sulle imprese. Un sondaggio condotto tra ottobre 2013 e gennaio 2014, stila la classifica delle procedure più complicate e mette al primo posto, col 32,9% delle segnalazioni, proprio gli adempimenti fiscali”. L’indagine segnala un numero eccessivo di dichiarazioni, comunicazioni e pagamenti che vengono richiesti e che si sovrappongono con scadenze diverse nell’anno, l’estrema difficoltà incontrata nel calcolare le differenti imposte. Per non parlare poi delle continue modifiche delle regole, del proliferare di nuovi adempimenti con scadenze ravvicinate e di istruzioni difficili da comprendere.

Andrea Trevisani, direttore nazionale del settore politiche fiscali di Confartigianato ha fornito attraverso slides esemplificative, dati impressionanti: nel 2014 la pressione fiscale arriva a valere il 44,0% del PIL. In nove anni, tra il 2005 e il 2014, è salita di 3,7 punti di PIL. In media un punto di maggiore pressione fiscale ogni 888 giorni. Ad aliquota base del 4 per mille su abitazione principali e 7,6 per mille per seconde abitazioni e immobili produttivi il gettito IMU si sarebbe potuto ‘limitare’ a 19,2 miliardi. Il gettito effettivo di 23,7 miliardi, il 23,5% in più con un extragettito di 4,5 miliardi di euro. Rispetto all’ICI 2011 l’IMU 2012 incrementa il gettito di 14,5 miliardi pari al 157,9% in più.

Gli esperti della Direzione hanno esaminato 41 provvedimenti emanati nei 2.159 giorni che intercorrono tra l’inizio legislatura – 29 aprile 2008 – e il 28 marzo 2014: in sei anni sono state approvate 629 norme fiscali, di cui 389 con impatto burocratico sulle imprese rappresentano il 61,8% delle norme esaminate ed aumentano i costi burocratici per le imprese. Nel 2013 l’Italia è il paese europeo con i più alti tempi medi di pagamento della P.A. nei confronti delle imprese fornitrici di prodotti e servizi e che arrivano a 170 giorni, contro i 61 giorni della media UE, il 178,7% in più. I tempi di pagamento della P.A. scendono a 155 in Spagna, a 60 in Francia, a 41 nel Regno Unito e addirittura a 36 in Germania.

Dal canto suo il viceministro Casero – che ha spiegato che il governo Renzi in materia fiscale ha ereditato dall’esecutivo precedente una legge delega già bell’è pronta – ha promesso di intervenire presto. “Saremo pronti prima di luglio con un primo robusto pacchetto di misure di semplificazione – conferma il viceministro -. Le stiamo ancora definendo, ma certamente partiremo da qui per dare attuazione alla delega che in sostanza si regge su tre pilastri: riduzione del carico fiscale, certezza delle norme e, appunto, semplificazioni”.  “Puntiamo decisamente ad alleggerire il peso degli oneri contabili e rivedremo certamente anche il sistema dei controlli – conclude Casero -. Il tutto per evitare, come spesso si dice, che l’azienda spenda più di commercialista che di tasse”.  

 

 

Le richieste degli artigiani:

 

  • Rivedere la tassazioni immobiliare che grava sugli immobili produttivi
  • Superare la competenza economica ed introdurre il criterio di cassa per la determinazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata.
  • Riequilibrare il peso dell’IRAP a favore delle MPI: definire legislativamente le imprese prive di organizzazione ed aumentare la franchigia.
  • Per le piccole imprese va previsto uno strumento che renda neutrale la scelta imprenditoriale rispetto alla natura giuridica dell’impresa e che, contestualmente, ne incentivi la capitalizzazione: l’IRI prevista dalla delega va nella giusta direzione.
  • Destinare il recupero di evasione a diretta riduzione delle aliquote nominali.
  • Introdurre un sistema premiale per le imprese.
  • Semplificare gli adempimenti ed i regimi contabili applicabili dalle imprese

 



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