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Banca nuova.. vita nuova


Nel coro di commenti sull’argomento Banca Etruria, Confartigianato Arezzo, attraverso le parole del suo presidente, Ferrer Vannetti, ha una posizione molto precisa da esprimere: “Rispetto a questa vicenda – interviene Vannetti – se si guarda con attenzione a quello che si legge sulla stampa, anche rispetto ad altri istituti bancari, soprattutto se andiamo a guardare indietro, dovremmo pensare di aver subito la sorte di quelli che vengono definiti ‘figli di un Dio minore’. Ma non è questo che ci interessa”. E prosegue: “Noi siamo imprenditori – spiega – e dobbiamo essere consapevoli che le nostre speranze sono nel futuro, nel costruire giorno per giorno la nostra fortuna, e per questo dobbiamo poter cogliere tutte le opportunità che si presentano, e se una di queste si chiama Ubi banca, ben venga, anche perché non si tratta di una banca di secondo piano, al contrario di un gruppo importante e in grande crescita”.

I dati resi noti dalla Banca dicono, infatti, che il 2017 porterà ad una significativa, ulteriore crescita dell’utile dell’Istituto bergamasco, utile dovuto anche alla conclusione del progetto Banca Unica, con un aumento di capitale da 400 milioni per l’acquisizione delle tre good bank, appunto Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti. Tutto ciò porterà di fatto alla creazione di un grande istituto di credito, che avrà in totale oltre 1.700 filiali diffuse in tutta l’Italia e Ubi Banca, ad operazione conclusa, avrà circa 3,5 milioni di clienti.
“E’ determinante allora – insiste Vannetti – che chi arriva ad investire in questo territorio, trovi una realtà viva e collaborativa, affinché Arezzo e il suo sistema economico possano dimostrare quell’importanza e quelle capacità imprenditoriali che gli sono proprie”.

“La vera battaglia di oggi, quindi –  afferma ancora il presidente di Confartigianato Arezzo – è che la nuova banca consideri Arezzo un distretto importante, per l’oro ma non solo, anche per tutte quelle decisive attività imprenditoriali che caratterizzano questi territori, in modo che il nuovo Istituto di credito scelga di realizzare qui un importante centro di gestione del suo sistema. Questo per la tutela dei nostri territori ma anche dei dipendenti che ad oggi sono impiegati nella banca”.
La conclusione è questa: “Solo cosi – spiega ancora Vannetti – mantenendo una forte autonomia gestionale dei nuovi funzionari che governeranno la Banca ad Arezzo, questa potrà tornare ad essere un volano di sviluppo per il nostro sistema economico”.



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