La misura introdotta dal governo per contrastare il caro benzina prevede che a fornire il buono siano le aziende private. Sono esclusi i dipendenti pubblici e le partite IVA
Per contrastare il forte aumento del prezzo della benzina nelle scorse settimane il governo ha approvato un decreto che, tra le altre misure, prevede l’introduzione di “buoni carburante” fino a 200 euro. La misura è rivolta ai dipendenti di aziende private e si tratta in sostanza di voucher aziendali per l’acquisto di carburante.
Il buono viene ceduto “a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti, nel limite di 200 euro per lavoratore” che per il 2022 non concorre alla formazione del reddito: i buoni quindi sono esentasse.
Il nuovo bonus non può essere richiesto dal singolo lavoratore: spetta infatti all’azienda scegliere se dare questi buoni ai propri dipendenti, non essendo previsti in maniera automatica dalla normativa. Il buono, che come detto è erogato in forma di voucher, viene fornito dalle singole aziende: il governo ha stabilito che le società che decidono di fornirlo ai lavoratori non pagheranno alcuna tassa sul buono stesso.
La misura è stata finanziata con 9,9 milioni di euro per il 2022, destinata a scendere a 0,9 milioni di euro nel 2023. Non è stata fissata una soglia Isee per avervi accesso, e dunque non ci sono limiti di reddito.
ll buono è accessibile solamente per i lavoratori dipendenti del settore privato: sono dunque esclusi i lavoratori a partita Iva così come quelli della pubblica amministrazione.
In attesa di chiarimenti da parte dell’Agenzia delle entrate, sembra che il nuovo buono sia cumulabile e aggiuntivo ai 258 euro di benefici già previsti: i buoni benzina potrebbero così potenzialmente risultare esenti per un importo massimo di 458 euro. Resta anche da chiarire se il nuovo bonus benzina possa essere riconosciuto solamente ad alcuni lavoratori della stessa azienda, oppure se sia necessario garantirlo a tutti.
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