Nel corso dei primi 3 mesi del 2012 secondo i dati del WGC (World Gold Council), il mercato interno mostra una domanda piuttosto debole con il valore monetario degli acquisti in gioielleria in Italia che cresce di soli 5 punti percentuali rispetto ai primi 3 mesi del 2011 (dato interamente dovuto all'aumento del prezzo dell'oro).
Lo stesso ragionamento vale per le nostre esportazioni nazionali che, secondo l'Istat, sperimentano una crescita di soli 2 punti percentuali in termini monetari rispetto ai primi 3 mesi del 2011.
Il distretto di Arezzo, che conserva la leadership nazionale, fa registrare nei primi tre mesi dell'anno una contrazione del fatturato estero di settore (-6,7%). Il risultato negativo è imputabile alla contrazione delle vendite verso gli Emirati Arabi Uniti che assorbono da soli il 35% dell'export provinciale; il mercato medio-orientale vede nei primi 3 mesi dell'anno una flessione degli acquisti di gioielleria "Made in Arezzo" pari a circa 10 milioni di euro.
Una riduzione dell'export si osserva anche negli altri principali mercati di destinazione: Francia (-22%), Turchia (-7%), Panama (-15%). A questi dati negativi si contrappone tuttavia la leggera crescita dell'export aretino verso Stati Uniti (+2%) e Hong Kong (+2%).
Negli ultimi 3 anni la distribuzione dell'export di Arezzo sui principali mercati mondiali si presenta sostanzialmente immutata; a dispetto della forte contrazione dei valori assoluti delle vendite gli Emirati Arabi vedono addirittura aumentare il proprio peso (dal 34% al 35%).
L'aumento del peso della Turchia (dal 7% all'8%), degli Stati Uniti (dal 5% al 6%) e della Cina (dal 2% al 3%) si accompagna alla riduzione della Francia che scende dall'11% al 9% del totale del nostro export.
"Un quadro che presenta ancora fortissimi elementi di criticità – commenta Andrea Boldi Presidente della Federazione Orafi e Argentieri – nonostante qualche spiraglio abbia cominciato ad aprirsi. Una situazione che impone dunque di tenere alta l'attenzione pena la possibile perdita di opportunità che potrebbero affacciarsi all'orizzonte. L'attuale situazione rappresenta uno snodo sul quale potrebbe ripartire la crescita oppure, al contrario, il punto di partenza di una discesa verso il declassamento definito della città e della sua provincia. In questo contesto diventa strategico il presidio delle Istituzioni come la Provincia stessa e le altre Istituzioni che hanno un riferimento provinciale".