Netta la posizione espressa da Confartigianato nel corso di un confronto con il Ministero del lavoro sullo schema di decreto legislativo sulle "condizioni di lavoro trasparenti"
No a nuovi adempimenti e inutili obblighi per gli imprenditori in materia di lavoro. E’ netta la posizione espressa dai rappresentanti di Confartigianato nel corso di un confronto con il Ministero del lavoro sullo schema di decreto legislativo che recepisce in Italia la direttiva Ue 2019/1152 su condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Unione Europea.
Il decreto legislativo impone ai datori di lavoro maggiori oneri informativi rispetto al passato ma soprattutto viene meno la possibilità, prevista dalle norme vigenti, di fornire alcune informazioni ai lavoratori facendo riferimento al contratto collettivo applicato.
Secondo Confartigianato, lo schema di decreto rappresenta quindi un passo indietro nel percorso di semplificazione della Pa e tradisce lo spirito della direttiva, introducendo una serie di complicazioni burocratiche non richieste dalla normativa Ue.
Per ridurre l’impatto dei nuovi oneri previsti dallo schema di decreto legislativo a carico delle micro, piccole e medie imprese, Confartigianato ha chiesto che venga mantenuta la possibilità di rinviare al contratto collettivo il reperimento delle informazioni riguardanti tutti gli aspetti del rapporto di lavoro che sono regolati proprio dalla contrattazione collettiva.
In altre parole, per la Confederazione l’attuazione della direttiva non dovrebbe provocare l’introduzione di nuovi oneri per le imprese, poiché la trasparenza delle informazioni ai lavoratori può essere garantita con il richiamo alle disposizioni di legge e contrattuali.