Si chiama welfare aziendale ed è la nuova linea di impegno di Confartigianato Arezzo in favore delle imprese associate.
“E’ un fenomeno – spiega Mauro Giovagnoli Segretario Generale di Confartigianato Arezzo – già ampiamente collaudato negli altri Paesi, dagli Usa all’Europa, che si sta diffondendo anche in Italia dove sono sempre di più le aziende, anche di piccole dimensioni, che decidono di dotarsi di un piano di welfare aziendale. Un trend in forte crescita, che oltre ad un centinaio di aziende di Confartigianato già attive in questo campo, vede altre 500 imprese pronte a partire nel 2018. Al dato nazionale si aggiunge anche l’adesione di importanti aziende aretine nel settore delle confezioni e dell’elettronica. Noi siamo convinti che molte altre seguiranno presto.”
Ma cosa si intende per welfare aziendale? “Sono molte le possibilità – continua Giovagnoli– e la singola azienda può scegliere soluzioni diverse. Si può avere assistenza sanitaria integrativa, o previdenza integrativa, ma si possono avere anche servizi come la palestra gratuita per i dipendenti oppure dei buoni benzina, o buoni per il cinema o per acquistare prodotti. Noi di Confartigianato abbiamo attivato una collaborazione con “TreCuori Società Benefit” che può offrire alle nostre aziende un ampio ventaglio di possibilità per rendere più contenti i dipendenti.”
Ma il welfare aziendale, oltre a far felici i dipendenti, conviene anche all’azienda. “La maggior parte delle aziende attivano un piano di welfare per migliorare il clima interno, la soddisfazione dei dipendenti e per aumentare la produttività. Ma ci sono anche vantaggi fiscali e previdenziali e questo rende le misure di welfare particolarmente convenienti sia per l’impresa che per i dipendenti.”
E infatti, tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2017, ci sono una serie di disposizioni che hanno consolidato la normativa sul welfare aziendale, già prevista in precedenza, ampliando i benefit ammessi e i vantaggi fiscali per impresa e lavoratori.
Così il Censis conferma che il 58,7% dei lavoratori considera migliori le prestazioni di welfare degli aumenti retributivi.
“In prospettiva il welfare aziendale – continua Mauro Giovagnoli- potrà dare un grande contributo al benessere dei lavoratori. A regime si può stimare in 21 miliardi di euro il valore potenziale complessivo delle prestazioni e dei servizi di welfare aziendale, se questi strumenti fossero garantiti a tutti i lavoratori del settore privato: un valore pari a quasi una mensilità di stipendio in più all’anno per lavoratore.”
Sempre secondo il Censis le prestazioni di welfare aziendale maggiormente desiderate dai lavoratori sono quelle relative alla sanità (indicate dal 53,8% degli occupati), quelle relative alla previdenza integrativa (33,3%), poi i buoni pasto e la mensa aziendale (31,5%), il trasporto da casa al lavoro (ad esempio, l’abbonamento per i trasporti pubblici: 23,9%), buoni acquisto e convenzioni con negozi (21,3%), l’asilo nido, i centri vacanze, i rimborsi per le spese scolastiche dei figli (20,5%). Il 24,6% delle famiglie con figli minori preferirebbe ottenere prestazioni di welfare: asili nido, rimborsi per tasse scolastiche, campus e centri vacanze.