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Cresce la protesta ad Arezzo sugli avvisi Tari


Cresce ad Arezzo la protesta per gli avvisi di pagamento dei tributi sui rifiuti per gli anni passati. “Ci sono alcune questioni che non vanno in questa vicenda – dice il presidente di Confartigianato Imprese Arezzo, Ferrer Vannetti – e riguardano principalmente 2 aspetti. Il primo perché è stata fatta una inversione dell’onere della prova: cittadini ed imprese potrebbero vedersi assoggettate anche superfici esenti dalla Tari, con addirittura l’incombenza di dimostrare che non era dovuto il tributo. A spiegare più nel dettaglio il perché delle proteste è Luigi Casagrande.

Molti imprenditori e cittadini – spiega Luigi Casagrande, Presidente del Comitato Comunale di Arezzo – si sono visti recapitare da parte di AISA, in collaborazione con SEI Toscana, avvisi di verifica sulle annualità 2011 e 2012 derivanti da un incrocio automatico di banche dati la cui correttezza è tutta da verificare. Spesso si è trattato di cifre molto consistenti, anche di migliaia di euro. Cifre che possono mettere in difficoltà una famiglia o un artigiano, e che per giunta sono difficili da comprendere perché i dati catastali sono a disposizione dei Comuni non certo da ora.”

Il secondo aspetto, ancora più penalizzante, è quello che riguarda le aziende manifatturiere che nella maggior parte dei casi producono quasi esclusivamente rifiuti speciali che, in quanto tali, non possono essere assimilati agli urbani ma vengono smaltiti, sostenendo completamente i costi cospicui costi di smaltimento, tramite aziende specializzate.

Cosa è successo in questi casi? “In passato – spiega Luigi Casagrande – il gestore inviava per tempo alle aziende una lettera con la quale si rammentava di produrre la documentazione, comprese le relative fatture, che dimostravano l’avvenuto smaltimento dei rifiuti speciali. Documentazione che andava presentata entro il 28 febbraio dell’anno successivo. L’azienda presentava i documenti e la TARI veniva applicata in maniera ridotta. Quest’anno la comunicazione alle aziende non è avvenuta e così molti imprenditori, che pure erano in regola dal punto di vista sostanziale, non hanno presentato i documenti nel tempo previsto, e si sono visti arrivare cartelle di pagamento con l’importo integrale senza le dovute riduzioni.

“Le nostre imprese – interviene il presidente Vannetti – sono in genere attente al rispetto delle normative in tema di ambiente e sono anche caricate di molti oneri per il corretto smaltimento dei rifiuti. Per questo ci sembra eccessivo e fuori luogo quello che sta accadendo ad Arezzo. Noi siamo artigiani che vivono e producono nello stesso luogo, non siamo avulsi dal contesto, e questa è la prima ragione per la quale rispettiamo le normative e l’ambiente. Un comportamento come quello che stiamo riscontrando in questi giorni ci pare  immeritato e inutilmente vessatorio. D’altronde è lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze, che riconoscendo le ragioni degli imprenditori, invita i Comuni ad avviare tavoli di concertazione per la migliore applicazione delle norme ed evitare distorsioni e contenziosi.”

“In conclusione – ribadisce Vannetti – chiediamo al Comune di evitare comportamenti vessatori, di sederci subito intorno al tavolo, in modo da definire la questione in termini equi, evitando sanzioni e sovrattasse sproporzionate ed ingiuste individuando un modus operandi condiviso per gli anni successivi; grazie ad una corretta ed adeguata informazione, alla massima trasparenza si eviterà di assimilare gli evasori ed i furbi a coloro che invece, in totale buona fede, possono compiere errori o non riescono a rispettare tutte le innumerevoli scadenze formali.

 

Ci auguriamo che il Comune di Arezzo accolga le nostre richieste, evitando di mettere le mani così pesantemente sulle tredicesime e in molti casi aggravando le imprese, in un momento delicato, di oneri così pesanti.

Auspichiamo, infine, altrettanta sollecitudine e puntualità da parte del Comune di Arezzo e delle altre amministrazioni locali nel verificare l’operato della società di gestione in merito al rispetto degli obblighi contrattuali sia sulla quantità e sulla qualità del servizio erogato non solo passivo d mero ribaltamento dei costi su cittadini ed imprese: le ultime gravi vicende che hanno interessato Sei Toscana non inducono tranquillità.

 

 



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