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Etichettatura alimenti. Ok a stabilimento di produzione ma l’UE si pronunci

30 Ottobre 2017
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In Italia le complicazioni burocratiche a carico degli imprenditori sono sempre in agguato. Ne sanno qualcosa le aziende del settore alimentare alle prese con le nuove norme in materia di etichettatura. E’ di pochi giorni fa la reintroduzione dell’obbligo di indicare sulle etichette lo stabilimento di produzione. Un’ottima legge per la quale Confartigianato si batte da tempo con l’obiettivo di garantire chiarezza e trasparenza ai consumatori. Peccato, però, che quello che doveva essere un fatto positivo rischia di creare non pochi problemi alle imprese.

Confartigianato si è sempre battuta per la tracciabilità dei prodotti e quindi per l’indicazione in etichetta dello stabilimento di produzione. Tuttavia, nel nuovo provvedimento ci sono alcune criticità. A cominciare dal fatto che le nuove regole riguardano soltanto l’Italia e i prodotti provenienti dall’estero potranno continuare ad inserire indicazioni generali e non quelle sullo stabilimento di produzione. Inoltre Confartigianato rileva un’eccessiva velocità di adeguamento: ci sono soltanto 180 giorni di tempo per smaltire incarti e imballaggi recanti le indicazioni imposte dalla norma precedente. Sarà quindi necessario riadattare gli impianti stampa alle nuove norme con un notevole aggravio di costi. E ancora, le sanzioni previste per le irregolarità sono molto pesanti, si arriva addirittura a 15mila euro, senza dimenticare che il provvedimento che reintroduce l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione è ancora sub judice, perché l’Unione europea deve ancora pronunciarsi sulla sua legittimità. Di conseguenza, gli Imprenditori rischiano paradossalmente di essere costretti ad adeguarsi rapidamente a una legge che impone costi notevoli ma che potrebbe essere cassata dall’Ue.

Come se non bastasse, sono in arrivo nuove regole sulle sanzioni per chi vìola le norme sulla etichettatura degli alimenti. Il provvedimento è in fase istruttoria ma già avanzata e preoccupa l’aspetto della definizione dell’entità delle sanzioni, che sono molto pesanti, per reati legati alla etichettatura. Confartigianato non dice che chi sbaglia non deve pagare, ma le sanzioni devono essere commisurate alle dimensioni dell’impresa.



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