“Sii tu il cambiamento che vuoi vedere intorno a te”: prende in prestito una frase di Gandhi il presidente provinciale di Confartigianato, Ferrer Vannetti, per concludere, nella tarda mattinata di oggi, al teatro Vasariano di Arezzo, la giornata dedicata a Scuolartigiana.
La mattinata era cominciata in piazza Grande, sul terrazzo del palazzo di Fraternita e nelle sale interne con i laboratori e la premiazione di circa 300 ragazzi, gli insegnanti e gli artigiani che hanno partecipato a questa edizione dell’iniziativa di Confartigianato.
Una edizione che ha visto, complessivamente, partecipare ai laboratori svolti durante l’anno oltre 2500 ragazzi, circa 100 insegnanti e oltre 35 artigiani in veste di “maestri”.
La conclusione della mattinata, al Teatro Vasariano, è un momento di riflessione che guarda al futuro con il convegno intitolato “Scuolartigiana: un progetto per dare futuro ai mestieri – Come ripensare il rapporto scuola lavoro artigianato” in un paese come l’Italia dove i giovani disoccupati hanno raggiunto la cifra record del 36% e dove i NEED, quelli che non studiano, non lavorano e non cercano nemmeno un’occupazione, sono 6 milioni di giovani.
E così si prova a “cambiare verso”, come sottolineano i vari interventi al convegno, con l’alternanza scuola-lavoro, la novità della “buona scuola”, che obbliga le scuole a inserire nei programmi delle ultime classi delle superiori l’esperienza del lavoro e ne fa argomento anche per l’esame di maturità. Un’esperienza partita già lo scorso anno con 500 mila studenti e livello nazionale, che quest’anno sono già saliti ad un milione e mezzo di giovani.
Scuolartigiana, che ad Arezzo si ripete con successo da otto anni, è un precursore del nuovo obbligo, anche se riguarda i ragazzi più piccoli, quelli delle elementari e delle medie.
“Ma è importante cominciare fin da piccoli, è bene che fin da piccoli ci sia almeno la scoperta del lavoro ”- come sottolinea il capo della segreteria tecnica del MIUR, Oscar Pasquali, intervenuto in rappresentanza della ministra Fedeli – “anche se certo nessuno pensa di far lavorare bambini e ragazzi a quell’età.”
E come lavoro va riscoperto il mestiere, l’artigianato, la grande tradizione italiana della qualità, che ha visto la Toscana e l’Italia come un faro nel mondo intero, per secoli, ma oggi si è appannata.
“Si è pensato che il fare fosse qualcosa di meno delle professioni intellettuali, senza ricordarsi che proprio il fare ha fatto grande questo Paese, lo ha fatto diventare la quinta economia mondiale.”
Lo sottolineano tutti: il presidente della Camera di Commercio, Andrea Sereni, che ricorda con orgoglio la storia della Toscana e le botteghe artigiane del Rinascimento, il presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Merletti, che sottolinea “artigianato non è folclore, è lavoro” e ricorda che l’Italia è repubblica fondata sul lavoro, ribadendo: “sul lavoro, non sugli stipendi”.
Tutti riconoscono come il mestiere dell’artigiano oggi non possa prescindere da un uso intelligente delle nuove tecnologie (ma noi non abbiamo paura delle nuove tecnologie” – afferma Merletti) , che servono a far conoscere l’impresa e i prodotti, allargano gli orizzonti e i mercati, ma ribattono sugli elementi essenziali dell’orgoglio e dell’amore per il lavoro.
“Perchè è vero- sottolinea ancora Vannetti- che siamo un’associazione di imprenditori e dunque parliamo anche in termini economici, ma ai giovani non vogliamo dare soltanto un possibile futuro economico, ma anche una prospettiva sociale. E questo è l’artigianato, che valorizza la persona e la famiglia, che permette di chiamare collaboratori i propri dipendenti.”
Se dunque la strada del cambiamento passa per una riscoperta del lavoro, anche di quello manuale, dell’abbandono al vecchio concetto per il quale “chi studia non lavora e chi lavora non studia”, Vannetti ribadisce: “Noi ci siamo e ci saremo, sii tu – come diceva Gandhi – la differenza che vuoi vedere intorno a te. Dobbiamo essere lungimiranti e io sono convinto che in questa prospettiva – conclude – anche questo territorio potrà tornare ad essere florido come lo è stato in passato.”
Al convegno di Confartigianato hanno partecipato i rappresentanti delle Istituzioni cittadine e membri del Parlamento e del Governo nazionale. Fra questi il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, che in apertura dei lavori aveva sottolineato l’importanza che il Governo attribuisce, all’interno del progetto della “buona scuola” all’alternanza scuola lavoro e il dovere di salvaguardare le filiere produttive sul territorio, che rappresentano in Italia un patrimonio di 5 milioni di piccole imprese.
Il saluto del Comune di Arezzo è stato portato dall‘assessore Barbara Magi che ha ribadito l’importanza per l’amministrazione municipale di iniziative come quella di Scuolartigiana. Tema ribadito da Andrea Sereni, presidente della Camera di Commercio, che ha ricordato l’impegno dell’Ente Camerale per l’iniziativa e sottolineato come sia “un dovere trasmettere alle generazioni future un approccio diverso dal passato, ricordando che non sono di serie B i lavori che non coinvolgono solo la sfera intellettuale”. Presenti fra gli altri anche il presidente nazionale di Anap Confartigianato, Giampaolo Palazzi, il presidente regionale di Confartigianato Giovanbattista Donati, il presidente di Arezzo Fiere e Congressi, Andrea Boldi, i parlamentari aretini Marco Donati e Donella Mattesini.