Sono andati in pensione gli studi di settore e sono arrivati gli ISA, indici sintetici di affidabilità fiscale. Ma la nuova normativa, che differisce in molti aspetti dalla precedente, non è affatto semplice e in questa prima fase di applicazione sta creando problemi agli imprenditori. Per questo Confartigianato chiede di migliorare al più presto il sistema risolvendo le criticità già emerse. “Serve – dice Alessandra Papini- segretario generale di Confartigianato Arezzo – una messa a punto degli strumenti che hanno sostituito gli studi di settore ed è per questo che Confartigianato, insieme con Rete Imprese Italia, ha chiesto la convocazione della Commissione degli esperti preposta ad esprimere il proprio parere sull’idoneità degli ISA. Il nostro obiettivo è quello di esaminare e discutere le criticità emerse finora e realizzare un rapido e complessivo miglioramento del sistema”.
Le criticità, a giudizio di Confartigianato, sono diverse e di diverso tipo. “In particolare – continua Papini – è mancata una fase di sperimentazione e la necessaria comunicazione istituzionale che avrebbe permesso di comprendere meglio il nuovo strumento. Criticità sono derivate anche dal ritardo nell’emanazione delle circolari esplicative e dei decreti ministeriali in grado di spiegare gli aspetti nuovi di natura metodologica e di efficacia applicativa ai fini fiscali degli ISA, anche con riferimento alla definizione dei valori e dei dati precalcolati forniti dall’Agenzia delle Entrate. E non mancano – conclude Papini – problemi operativi per gli intermediari derivanti dal ritardo con cui è stato rilasciato il software e l’eccessivo numero di aggiornamenti dello stesso”.