Definiti i divieti e le modalità per la raccolta e il trattamento dei dati personali dei candidati
In un’epoca in cui la privacy e la protezione dei dati personali sono al centro delle preoccupazioni etiche e legali, l’ultima presa di posizione del Garante della privacy si rivela un punto di svolta significativo per il processo di selezione e assunzione.
Con il provvedimento n. 12 dell’11 novembre 2024, il Garante della privacy ha introdotto espliciti divieti e linee guida riguardanti la raccolta e il trattamento dei dati personali dei candidati durante i colloqui di lavoro. Queste nuove regole, integrate nel Codice di condotta per le Agenzie per il lavoro (Apl), mirano a rafforzare la tutela della privacy dei candidati, vietando specificamente la raccolta di informazioni sensibili senza il loro consenso esplicito e anche in presenza di esso in determinati casi.
Tra le misure più significative, il Garante della privacy vieta categoricamente alle aziende di indagare su aspetti della vita privata dei candidati che non hanno una diretta rilevanza professionale.
In particolare:
- è proibito chiedere ai candidati se sono stati licenziati o se prevedono di avere figli. Questo divieto sussiste anche se il candidato si dichiara disponibile a fornire tali informazioni;
- è vietato raccogliere dati dai social network, a meno che non si tratti di reti professionali e le informazioni siano strettamente legate al percorso lavorativo del candidato;
- le aziende non possono richiedere referenze a precedenti datori di lavoro senza il consenso esplicito del candidato.
Questi divieti sono stati istituiti per prevenire discriminazioni e garantire che la selezione si basi unicamente su criteri professionali e competenze verificabili.
Il Codice di condotta si inserisce nel più ampio contesto del Regolamento UE sulla privacy (GDPR) e ne dettaglia l’applicazione specifica nel settore delle risorse umane e del reclutamento. L’adesione al Codice, sebbene facoltativa, è fortemente incentivata in quanto dimostra la conformità delle agenzie al GDPR.
Il documento fornisce anche indicazioni sull’uso etico e legale dei dati, comprese le basi giuridiche per il loro trattamento senza necessità del consenso esplicito, come nel caso della valutazione dei candidati attraverso reti sociali professionali. Inoltre, pone dei paletti sull’uso di algoritmi e decisioni automatizzate, richiamando la necessità di rispettare i diritti degli individui a un trattamento equo e trasparente.
Con l’approvazione di queste nuove linee guida, il Garante della privacy non solo riafferma il suo impegno nella protezione dei dati personali ma pone anche le basi per una cultura aziendale più etica e rispettosa.
Le aziende sono chiamate a rivedere le proprie politiche di selezione, assicurandosi che siano in linea con i principi di equità e trasparenza promossi dal Codice e dal GDPR. Questo approccio non solo tutela i candidati ma rafforza anche la fiducia e la credibilità delle organizzazioni che si dimostrano attente ai diritti e alla privacy delle persone.
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