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Gas effetto serra, occorre maggiore informazione per imprese e cittadini


   

   Riscaldamento globale, effetto serra, cambiamenti climatici sono ormai termini entrati nel vocabolario collettivo, ma non tutti conoscono le nuove normative che servono a contrastare l’effetto serra. Sono le normative riguardanti i cosiddetti F-Gas, ovvero i gas fluorurati a effetto serra usati, solo per fare qualche esempio, negli impianti di refrigerazione, nelle pompe di calore ecc.

Confartigianato Impianti richiama l’attenzione proprio su queste normative.

“Dal 25 luglio 2019 i venditori di gas fluorurati ad effetto serra e di apparecchiature non ermeticamente sigillate contenenti tali gas – ricorda Luca Baglioni, presidente della Federazione Impianti di Confartigianato Arezzo – sono tenuti a comunicare i dati di vendita: tipologia di apparecchiatura, numero e data della fattura o dello scontrino di vendita, anagrafica dell’acquirente che se è un privato cittadino deve rilasciare una dichiarazione con l’impegno che l’installazione sarà effettuata da un’impresa certificata. Dal 25 settembre 2019 le imprese e persone in possesso di certificato devono comunicare i dati relativi agli interventi di installazione, controllo delle perdite, manutenzione, riparazione e smantellamento, svolti su apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore e celle frigorifero di autocarri e rimorchi frigorifero, su apparecchiature fisse di protezione antincendio e commutatori elettrici.

Ora – prosegue Baglioni – è in dirittura d’arrivo lo schema di decreto con le sanzioni che completano l’attuazione del nuovo decreto F–Gas, le cui disposizioni sono operative già dai mesi scorsi. Ed è proprio su questo che Confartigianato è intervenuta nella discussione parlamentare per migliorare il testo che in alcuni aspetti appare lacunoso e troppo severo. Abbiamo chiesto di valorizzare la Banca Dati F-Gas, che già esiste, e abbiamo chiesto che il Ministero dell’Ambiente intervenga sulla definizione dei contenuti minimi obbligatori da inserire nella banca dati da parte dei ‘venditori’, che oggi non consentono la piena tracciabilità degli F-Gas. Infatti – continua Baglioni – poiché è facoltativo l’inserimento del codice identificativo nelle macchine frigorifere si crea una falla nel sistema di tracciabilità, che limita l’efficacia del provvedimento e aumenta gli oneri in capo agli installatori, i quali si devono fare parte diligente per inserire i dati di macchine che sono state vendute ma che potrebbero non essere iscritte nella banca dati”.

Per questo Confartigianato ha sollecitato il riequilibrio del sistema sanzionatorio e una forte riduzione delle sanzioni previste per le imprese in caso di ritardato inserimento dei dati nella Banca Dati F-Gas.

“Le imprese – continua ancora il presidente della Federazione Impianti – hanno fatto un percorso di formazione e certificazione delle proprie competenze e sono le sole qualificate a operare sulle apparecchiature e macchine frigorifere. Questa è una informazione rilevante soprattutto per i cittadini poiché, essendo stata correttamente individuata tutta la filiera dei soggetti che concorrono all’obiettivo fondamentale della riduzione delle emissioni a effetto serra, sono state anche previste le relative sanzioni che però appaiono troppo pesanti e coinvolgono anche i privati cittadini”.

Confartigianato ha perciò chiesto che venga individuato un periodo transitorio al fine di informare capillarmente ed esaurientemente tutta la filiera.

“Deve essere chiaro agli operatori – prosegue Baglioni – che in fase di acquisto, installazione, manutenzione e smantellamento delle apparecchiature e delle macchine frigorifere devono rivolgersi ad un impiantista qualificato, abilitato presso la Camera di commercio ai sensi del D.M. 37/08 e in possesso delle certificazioni F-Gas in corso di validità. Ma tutti noi ci chiediamo se i cittadini che hanno un condizionatore in casa sappiano di essere gli ‘operatori’. Ma, soprattutto, che affidandosi a personale non qualificato possono essere multati con una sanzione minima di 5.000 euro.

In questo contesto – conclude Baglioni – i venditori sono fondamentali anche per informare i cittadini ai quali devono chiedere una dichiarazione contenente l’impegno che l’installazione sarà effettuata da un’impresa certificata. Ma è fondamentale che tutte le figure professionali e le imprese che concorrono al ciclo produttivo edile abbiano consapevolezza delle nuove normative anche per evitare sversamenti accidentali di gas ad effetto serra. Oggi tutti devono essere responsabilizzati alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per limitare e prevenire effetti indesiderati sul clima. Gli installatori e manutentori di Confartigianato mettono la propria professionalità al servizio dei cittadini per contribuire al controllo di questi prodotti e sostanze che, in caso di uso improprio, sono dannose per l’ambiente e per la salute”.

 



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