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Gommisti rischiano di fare i dipendenti per continuare a lavorare


E’ possibile che un artigiano esperto debba diventare dipendente per poter continuare a fare il suo mestiere? Sembra assurdo, ma accade in Italia alla categoria dei gommisti. A denunciare la paradossale vicenda è Marco Domenichelli, presidente provinciale della categoria dei “meccatronici”. Cosa è accaduto?

“E’ successo – spiega Domenichelli – che una legge del 2012, sostenuta da Confartigianato, perchè si tratta di una legge che consente di assecondare l’evoluzione tecnologica nel campo dei motori e delle riparazioni, ha previsto tra l’altro che gli autoriparatori si chiameranno dal prossimo anno “meccatronici”. Giustamente – continua Domenichelli – la legge ha previsto che per diventare meccatronici occorre rispettare una serie di requisiti, tra i quali c’è anche la frequenza di corsi di qualificazione. E fin qui va tutto bene, ma il legislatore si è dimenticato che i per i gommisti, la vecchia legge del 1992 non aveva istituito i corsi di qualificazione. Ed ecco il paradosso: oggi le officine non hanno l’abilitazione per svolgere l’attività di gommista. E per ottenerla la nuova legge impone al responsabile tecnico, che nelle aziende artigiane è sempre il titolare o il socio, di frequentare un corso regionale e svolgere almeno un anno di lavoro come dipendente qualificato di un’impresa del settore.”

Insomma, in pratica, un artigiano titolare deve trasformarsi in dipendente se vuole quella abilitazione. “Una situazione assurda – continua Domenichelli – che Confartigianato Autoriparazione ha denunciato da tempo, ma alla quale ancora non si è posto rimedio. Per questo nei giorni scorsi, il Presidente nazionale di Confartigianato Autoriparazione Meccatronici, Alessandro Angelone, ha inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda al quale ha segnalato i problemi della categoria e sollecitato un intervento chiarificatore. La soluzione non è difficile – conclude Domenichelli – ma occorre che vengano previsti e introdotti, per gli imprenditori in attività, dei corsi da considerare abilitanti, senza pretendere una successiva esperienza lavorativa da dipendente. Ed è questo che abbiamo chiesto al Ministro Calenda.”

 

 

 



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