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I dati allarmanti nel Rapporto Confartigianato. Dalla Cina il 66% dei prodotti taroccati


Arezzo è tra le prime cinque province italiane più colpite dal mercato del falso. Lo rivela il Rapporto Contraffazione di Confartigianato, che spiega come livello provinciale, il pericolo dei falsi riguarda soprattutto le imprese di Arezzo, Prato, Fermo, Firenze, e Pistoia. Praticamente 4 su 5 sono province toscane. Il fatto che Arezzo sia tra queste cinque nasce da fatto che i settori produttivi più bersagliati dai falsari, sempre secondo i dati Confartigianato, vi sono alcune delle nostre più importanti eccellenze: il tessile, l’abbigliamento e le calzature, vero e proprio spazio privilegiato per chi vuole sfruttare un marchio in maniera fraudolenta.

Proprio per questo anche ad Arezzo, sempre secondo il rapporto Confartigianato, negli ultimi 5 anni le imprese artigiane sono state decimate, con un calo pari al 9,9%. Soltanto nell’ultimo anno le imprese artigiane di questi settori ‘invasi’ dai falsi sono diminuite del 2,1%.

“Un fenomeno criminale di dimensioni globali come la contraffazione – spiega il presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti – va combattuto con armi globali. Serve un’azione congiunta di tutti i livelli di Governo, in Italia, in Europa e a livello internazionale. L’azione repressiva, la collaborazione tra le forze dell’ordine di tutti i Paesi, devono essere accompagnate da attività di prevenzione e da iniziative legislative a tutela dell’origine e della qualità dei prodotti, a cominciare dall’approvazione di una regolamentazione europea, come quella sul ‘made in’, che obblighi a indicare l’origine dei prodotti e garantirne la piena tracciabilità”.

Ma secondo Vannetti l’azione a livello repressivo non basta: “Bisogna anche intensificare anche sul territorio – afferma il presidente di Confartigianato Arezzo – le attività di formazione e informazione alle imprese a ai consumatori aretini sui danni provocati dalla contraffazione, sulla difesa della proprietà intellettuale e industriale, sulla tutela dei nostri prodotti di qualità che tanto lavoro costano ai nostri eccellenti artigiani”.

Più in generale, sempre dal rapporto Confartigianato, si evince che, per quanto riguarda la tipologia delle merci, che il valore più alto di sequestri effettuati in Italia tra il 2008 e il 2013 riguarda gli accessori di abbigliamento (34,6%). Seguono i capi d’abbigliamento (14,1%), apparecchiature elettriche (9,9%), calzature (7,9%), occhiali (7,4%), profumi e cosmetici (6,6%), giocattoli e giochi (4,5%), orologi e gioielli (4,1%), cd, dvd, cassette (1,2%), apparecchiature informatiche (0,5%).

La rilevazione di Confartigianato mostra, infine, che la Cina guida la classifica dei Paesi di provenienza di merce contraffatta con una quota del 66,1% dei prodotti sequestrati dalle autorità italiane.

 



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