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La Fiera Antiquaria non può andare in subordine ai mercatini di Natale

22 Ottobre 2015
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“La promozione e lo sviluppo della città devono basarsi su una logica aggiuntiva e non sostitutiva. Ben vengano, quindi, le iniziative natalizie programmate dal Comune di Arezzo ma queste non devono danneggiare un’altra iniziativa che non è una delle tante bensì un evento centrale nel calendario aretino, tale da contribuire in modo determinante all’identità della città”.

A parlare sono i due Presidenti delle associazioni dell’artigianato di Arezzo, Franca Binazzi per CNA e Ferrer Vannetti per Confartigianato intervenendo nel dibattito sulle proposte per il Natale aretino.

“Allontanare un gruppo di espositori da Piazza Grande è un atto che provoca danni a catena. In primo luogo ai diretti interessati che vengono spostati proprio nell’edizione forse più importante dell’anno: e questo è un danno diretto e personale che subiscono visto che tutti altri operatori rimangono al loro posto. In secondo luogo è un messaggio negativo che viene mandato a tutti gli espositori: la Fiera non è una manifestazione centrale e irrinunciabile per Arezzo ma un evento che può tranquillamente finire in subordine. Oggi con il Natale, domani con un altro evento. Infine è un messaggio negativo per l’immagine complessiva della città che penalizza un suo evento identitario per far posto ai mercatini tirolesi che col territorio aretino hanno poco a che fare.

Confartigianato e CNA sollecitano quindi il Comune di Arezzo ad ascoltare la voce degli antiquari e degli operatori della Fiera rinunciando a questa ipotesi e operando senza penalizzazioni e marginalizzazioni per l’Antiquaria.

“Questo territorio ha risorse, talenti, creatività da mettere in mostra tutto l’anno, una rete di imprenditoria diffusa a km 0 all’insegna del miglior Made in Arezzo. – commentano i Presidenti Binazzi e Vannetti – Siamo convinti che un progetto del territorio, con il territorio, si tradurrebbe in opportunità e vantaggi per tutta la città e per chi in essa vive ed opera. Come per il Museo dell’Oro – concludono i vertici degli artigiani – anche questa è l’occasione per rivedere il modello di città che vogliamo, preservando e valorizzando la specifica vocazione di Arezzo: una forma di governance del territorio che non si costruisce a tavolino, ma passa attraverso un percorso di condivisione di obiettivi, strategie, politiche e perfino attraverso un linguaggio comune”.

 



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