Questo l’appello lanciato lunedì scorso dal Presidente di Confartigianato Imprese Toscana GiovanBattista Donati al Presidente Enrico Rossi e a tutta la Regione, dando voce alle preoccupazioni di tante imprese che rischiano di essere travolte dagli effetti di una direttiva comunitaria pensata per realtà economiche ben diverse da quelle italiane.
Fare chiarezza sulle ricadute della Direttiva è il presupposto per salvaguardare il lavoro e gli investimenti fatti nel corso degli anni da tante imprese, per lo più micro e piccole, le quali sono da considerarsi base sociale fondamentale del nostro tessuto economico e produttivo.
Confartigianato ha chiesto:
– regole certe delle concessioni demaniali marittime, sia per durata che per agevolazione degli investimenti
– tutela del concessionario, che detiene un bene dello Stato secondo parametri di ecosostenibilità e attenzione per l’ambiente e qualità del lavoro e dei servizi dati
– canone adeguato secondo la struttura in concessione
– attenzione alle tasse aggiuntive stabilite ai vari livello.
Ieri il Presidente Enrico Rossi ha dato un primo riscontro su una battaglia che si preannuncia lunga, approvando in Giunta le linee guida con la precipua intenzione di far ripartire gli investimenti prospettando l’istituzione di gare pubbliche – come richiesto dalla Direttiva – ma dando la priorità ai progetti di investimento, assicurando l’assegnazione di una concessione per un periodo che va dai 6 ai 20 anni, e introducendo un obbligo di remunerazione del soggetto subentrante all’ex titolare per gli investimenti fatti e per l’avviamento.
Per Confartigianato questo è un primo passo e una presa di posizione della nostra Regione che dimostra di farsi carico del problema.
L’appello di Confartigianato mira però anche a sottolineare come le imprese che rischiano di essere travolte dalla Bolkestain non siano solo gli stabilimenti balneari.
“La nostra sensazione – sottolinea Donati – è però che si stia sottovalutando l’impatto della Bolkestain su tanti altri soggetti imprenditoriali quali i concessionari di marina o approdi turistici, i concessionari di officine meccaniche navali, falegnami, impiantisti e gli stessi concessionari di licenze ambulanti. Mettere a repentaglio queste realtà imprenditoriali potrebbe pregiudicare irrimediabilmente un’economia già così delicata come quella della nostra costa”