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Le cinque proposte di Confartigianato in vista del voto del 4 marzo


Fisco, lavoro, credito, mercato e innovazione: sono stati questi i temi al centro dell’incontro che si è svolto nella sede di Confartigianato Arezzo con i candidati del PD, del Movimento 5 stelle e di Forza Italia per le elezioni del prossimo 4 marzo.

“Le micro, piccole e medie imprese rappresentano infatti – è stato ricordato – il 99,4% delle imprese del Paese ma sono le destinatarie di leggi in deroga, come se le leggi ordinarie vengano fatte per una sparuta minoranza. Noi chiediamo a chi si candida al governo del Paese un rovesciamento di prospettiva.”

Un cambiamento radicale necessario per mettere in campo le cinque proposte, semplici ed estremamente efficaci, che Confartigianato ha messo nero su bianco, puntando sull’innovazione tecnologica, sulla maggiore efficienza dell’amministrazione del Paese e sull’accesso al credito e ai mercati di tutto il mondo.

Al primo posto la riduzione della pressione fiscale e la semplificazione del sistema tributario, con l’abolizione dello split payment e la riduzione dei tempi dei rimborsi IVA e delle ritenute sulle detrazioni fiscali. Il secondo punto riguarda uno dei problemi mai risolti in questo Paese: l’accesso al credito delle pmi, innovando e rinnovando l’intero sistema creditizio e finanziario.

“Per tornare a crescere”, questo il titolo del documento di Confartigianato, è necessario sostenere crescita e competitività, tutelando la produzione made in Italy di qualità e assicurando uno spazio riservato al lavoro delle micro e piccole imprese. Gli ultimi due punti riguardano il lavoro e la tecnologia digitale.

“Le strade percorse negli ultimi tempi sembrano essere quelle giuste – è stato il commento conclusivo – ma è necessario continuare a puntare sul sistema bilaterale e su quella che oggi rappresenta la migliore arma a disposizione delle imprese: la tecnologica digitale”.

Oltre a queste cinque proposte, il mondo delle piccole imprese ha bisogno di due interventi di contesto: il superamento dell’attuale legge quadro sull’artigianato, che è vecchia e superata, e una legge che regolamenti la rappresentanza, per evitare che chiunque possa vantare di avere rappresentatività del settore, come accade oggi.

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