Arezzo si posiziona fra le cinque città più care d’Italia per il servizio idrico, sul “podio” per la quota fognatura: lo testimoniano recenti ricerche ed indagini sulle tariffe del Sistema Idrico Integrato.
Sul tema degli aumenti tariffari, le Associazioni di categoria aretine hanno già manifestato la loro completa contrarietà nel luglio 2016, evidenziando anche l’incompatibilità con il contesto economico generale.
Alla luce della proposta avanzata dal Gestore, le Associazioni ribadiscono la loro contrarietà allo “scambio” che Nuove Acque vorrebbe ottenere: limitare l’incremento tariffario dal 5% all’1% ottenendo in cambio il prolungamento della concessione per ulteriori tre anni; proroga che presumibilmente, potrebbe poi subire ulteriori allungamenti.
La richiesta ad un primo esame non sarebbe nemmeno conforme al Contratto tra Autorità Idrica Toscana e Nuove Acque: la Convenzione stabilisce, infatti, che la durata dell’affidamento può essere estesa in caso di “mancata corresponsione del valore di subentro da parte del Gestore entrante, nel rispetto delle pertinenti disposizioni della regolazione dell’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico”.
L’eventuale copertura dei maggiori investimenti non garantita con l’aumento tariffario potrà essere quindi realizzata dal Gestore attraverso una proroga, ma solo in caso di mancata corresponsione da parte del nuovo Gestore, pertanto a ridosso della scadenza ed in fase di gara.
È chiaro quindi che una decisione affrettata sarebbe quantomeno inopportuna; per le Associazioni di categoria aretine sarebbe corretto invece iniziare a tracciare un primo approfondito bilancio sulla gara, che fu la prima realizzata in Italia in base alla Legge Galli; in particolare su tariffe, investimenti e interventi di manutenzione (compresi quelli realizzati in house), tenuta degli impegni previsti, remunerazione del capitale investito ed effettività del rischio d’impresa da parte del Gestore.
Va fra l’altro segnalato che Nuove Acque sta da tempo ponendo a carico delle imprese oneri che non competerebbero alle stesse: pertanto le Associazioni di categoria si schierano contro il prolungamento di una concessione già di per se lunga un quarto di secolo: una nuova gara farà bene alla concorrenza, alle Amministrazioni locali, ai cittadini ed alle imprese del territorio.