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ORAFI. Vertice in Camera di Commercio del 12/6. Le richieste della Consulta alle Istituzioni


La Consulta provinciale dei produttori Orafi, rappresentata per Confartigianato dal Presidente Nazionale Luca Parrini, ha incontrato Venerdì 12/6 u.s. in Camera di Commercio i Parlamentari del territorio.

Uno dei temi principali trattati in occasione dell’incontro ha riguardato la richiesta da parte della Consulta Orafa dell’introduzione di un emendamento all’art. 25 del DL Rilancio per consentire l’accesso ai contributi a fondo perduto anche alle aziende orafe che superino il limite dei 5 milioni di euro di fatturato annuo.
 
La nostra Associazione ha richiesto ufficialmente che tale obiettivo venga perseguito attraverso l’innalzamento del limite dei 5 milioni di euro per le sole aziende del settore orafo e non attraverso lo scorporo del valore della materia prima dal fatturato come originariamente proposto. Tale formulazione dell’emendamento consentirebbe l’accesso ai contributi a fondo perduto anche alle aziende orafe di maggiori dimensioni che, vendendo “al complessivo”, superano facilmente il limite dei 5 milioni di euro di fatturato annuo senza penalizzare nel contempo la maggioranza delle imprese di minori dimensioni e di quelle che attraverso la formula del “conto lavorazione” non superano il limite dei 5 milioni di euro di fatturato.  

Riportiamo di seguito la nota stampa del vertice di Venerdì 12/6 con le dichiarazioni dei 3 rappresentanti della Consulta produttori orafi (fonte La Nazione Arezzo)

Luca Parrini (Confartigianato) “Noi abbiamo riaperto, ma il mondo non è pronto, quindi è complicato. Quando non sei padrone del tuo destino, è complicato reagire. Non è in ambito lavorativo che possiamo trovare la soluzione a questo problema, sono gli attori che sono intorno a noi a doverci aiutare. I nostri collaboratori, ad esempio, hanno molta difficoltà a ricevere la cassa integrazione, Chi riesce ad anticiparla contribuisce al potere d’acquisto, ma non dovrebbe essere compito delle aziende. Noi stiamo chiedendo aiuto, chiediamo che le banche siano più celeri, che i pagamenti vengano dilazionati, aspettiamo risposte. La ripartenza sarà lenta e questa situazione è assurda. Tuttavia, resistiamo con tutte le forze. Essere orafi ad essere non è solo un lavoro, è una missione. Le nostre imprese sono famiglie e ognuno per la propria famiglia fa il massimo. Finché ce la fa”.

Gabriele Veneri (CNA) “Gran parte degli ordini che avevamo prima della chiusura, non ci sono più. Chi ha riaperto lavora al 50% delle forze e molti non hanno tirato su nemmeno la saracinesca. Tanti si ritrovano con le casseforti piene di merce lavorata, mentre c’è carenza di materia prima che nel nostro settore è costosa e a disponibilità limitata. A questo aggiungiamo che dallo Stato non sono arrivati aiuti concreti, chi ha potuto ha anticipato la cassa integrazione ai dipendenti, e così le riserve finanziarie sono ancora più fragili. Mi pare che gli imprenditori stiano facendo il massimo, adeguandosi alle norme di sicurezza e rispettando tutte le regole. Però manca una visione strategica del futuro. Gli imprenditori non sanno quello che succederà e il governo centrale sembra non avere una linea chiara su come rilanciare made in Italy e manifatturiero. Il guaio è che una strategia serve, perché un’azienda singolarmente può conquistare un cliente, non può conquistare un mercato. Solo con la forza di un intero Paese si possono conquistare i mercati. La paura è che altri Stati, meglio organizzati di noi, ci rubino la scena sulle piazze internazionali. Noi siamo stati responsabili, abbiamo chiuso come ci è stato imposto, ma adesso anche lo Stato deve prendersi le sue responsabilità e fare la sua parte”.

Giordana Giordini (Confindustria) “Non chiediamo niente di nuovo se non che abbiamo bisogno di lavorare. Siamo stati attivi fino al 15 marzo, attenuando le perdite dei primi tre mesi dell’anno, ma per aprile e maggio siamo a fatturato zero. Restano piccole nicchie, il mercato on line, qualche ordine dal Giappone, ma i mercati di riferimento soffrono, e noi con loro. Dubai ha riaperto, ma c’è bbligo di quarantena. A Hong Kong la situazione non è buona, negli Stati Uniti ancora peggio. Perché tutto riparta, dovrebbero riprendere le fiere e abbiamo bisogno che ripartano i voli. E di liquidità”.

Per saperne di più è necessario contattare il Coordinatore di Confartigianato Orafi, Paolo Frusone (Tel. 0575314285 – paolo.frusone@artigianiarezzo.it)



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