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Piccole e medie imprese alla sfida della globalizzazione


“La ricerca di clienti e la creazione di reti commerciali all’estero”- Le sfide per le Micro e Piccole Imprese nell’era della globalizzazione – Focus su imprese e made in Italy in Arezzo e Toscana

Questi i temi affrontati da Enrico Quintavalle, responsabile dell’ufficio studi confartigianato , durante l’ultimo incontro del ciclo “aperitivo in confartigianato” che si è svolto ad arezzo su iniziativa di Confartigianato in collaborazione con Bnl e Artigiancassa

L’Italia è tornata a crescere – ha spiegato Quintavalle – ma meno che in altri Paesi . Il tasso di crescita medio annuo 2016-2017 nei Paesi dell’ Ue è del 25 annuo, quello dell’Italia si ferma a 1,4%. A dicembre 2015 si registrano -729.877 occupati (-3,1%) rispetto al massimo di aprile 2008 , ma con una dinamica in crescita. Infatti gli occupati sono +341.738 occupati (+1,5%) rispetto al minimo di settembre 2013 e +109.188 occupati (+0,5%) da dicembre 2014

Se si guarda all’internazionalizzazione ed in particolare ci si focalizza sulla manifattura, si vede che l’Italia è leader in Europa. Con 1 milione e .453.729 occupati in imprese con meno di 20 dipendenti il Paese è infatti al primo posto e supera anche la Germania che ne conta 1 milione e 68 mila. Seguono Francia con 659 mila e Spagna con 542 mila occupati. .L’Italia è prima tra maggiori Paesi Ue anche per quota di valore aggiunto nelle piccole e medie imprese.

Altro dato positivo è il fatto che la manifattura attiva domanda di servizi, con maggiore intensità in Germania e Italia

Tuttavia i dati non sono tutti positivi. Infatti le attese sugli ordini sono positive da 3 anni, ma lo sono in minor misura per le piccole imprese . In questo quadro di ordini ancora incerti, torna in positivo la componente nazionale Prezzo dell’energia in calo e deprezzamento dell’euro sul dollaro

esercitano in questo contesto un ruolo positivo, ma per quanto riguarda la moneta questo si registra solo negli Stati Uniti, che è il 1° mercato non euro di destinazione delle nostre esportazioni manifatturiere. Infatti l’apprezzamento dell’euro nei confronti delle altre monete dei nostri principali mercati di destinazione dell’export manifatturiero, in particolare della Russia, non favorisce le nostre vendite

Combinando i principali mercati non euro di destinazione dell’export manifatturiero comuni per Toscana e Arezzo, a cui si aggiungono la Russia (8° mercato non Uem per la Toscana) e la Turchia (6° mercato non Uem per Arezzo), si evidenzia che nei primi nove mesi del 2015 l’euro si è apprezzato nei confronti del rublo russo (+38,5% rispetto allo stesso periodo del 2014) e della lira turca (+1,1%), mentre si è deprezzato nei confronti delle altre valute, con -17,8% nei confronti del dollaro Usa, di quello di Hong Kong e del dirham degli Emirati Arabi.

In questo contesto le piccole e medie imprese si sono date particolarmente da fare, sopratutto in termini di export. Un’impresa esportatrice ha una produttività doppia rispetto ad una impresa manifatturiera non esportatrice, per una impresa esportatrice con meno di dieci addetti la produttività sale del 58,1% rispetto ad una impresa manifatturiera non esportatrice

I profili di criticità non mancano per le piccole e medie imprese della Toscana, a cominciare – sottolinea Quintavalle -dalla concorrenza internazionale, in particolare quella di paesi come La Cina. All’orizzonte si profilano inoltre altri rischi, come la possibile sospensione degli accordi Schengen, il rallentamento dell’economia cinese, le turbolenze sui mercati

Quintavalle ha concluso con un focus sul territorio di Arezzo e provincia, un territorio dove l’importanza del manifatturiero e delle piccole e medie imprese è particolarmente evidente.

Sono 3.319 le imprese attive nel manifatturiero con meno di 10 addetti, il 79,7% del totale del comparto. Il 72,1% di queste sono artigiane, mentr sono 4.081 le imprese con meno di 50 addetti, il 98,0% del totale del comparto. Il 74,0% di queste sono artigiane. Gli addetti sono 23.660 nelle MPI manifatturiere con meno di 50 addetti, il 65,8% del totale del comparto (54,6% media nazionale). Il 58,1% di queste sono artigiane

Arezzo è particolarmente specializzata – ha ricordato Quintavalle – in 8 comparti, che sono strettamente legati, tra i quali spicca la Gioielleria, il Cuoio e l’Abbigliamento

E’ grazie al manifatturiero – ha concluso – se si è registrata una tenuta dell’occupazione in Toscana, anche se la crisi ha comunque picchiato pesantemente, particolarmente nelle costruzioni. Dal 2008, l’anno nel quale è scoppiata la crisi, la perdita di occupa



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