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Piccole e medie imprese laboratorio ideale per il decollo del Welfare aziendale


Welfare perché? Welfare per chi? Evoluzione, sostenibilità e opportunità per il territorio”. Porre domande nel titolo di un convegno è impegnativo, perché poi nel corso dei lavori occorre dare le risposte. Ed è proprio quello che è riuscita a fare Confartigianato Arezzo che, nella mattinata di oggi, 9 novembre, ha raccolto nella Sala dei Grandi della Provincia esperti di peso nazionale e internazionale, autorità cittadine, organizzazioni di categoria, istituti di credito, imprenditori, artigiani.

E ha dato le risposte, illustrando le fondamentali novità sul welfare aziendale, che diventa anche e soprattutto welfare sociale e territoriale nella declinazione artigiana, e che rappresenta “un magnifico laboratorio operativo nelle piccole e medie imprese”, come ha spiegato nella sua apertura dei lavori il presidente artigiano Ferrer Vannetti.

In una sala gremita e attenta, tutto è cominciato con il saluto delle autorità presenti, dalla padrona di casa, dalla presidente della Provincia, Silvia Chiassai, al sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, al presidente della Camera di Commercio di Arezzo e Siena,  Massimo Guasconi.

Vannetti nel suo breve intervento ha voluto anche spiegare che “Confartigianato Arezzo lavora ad una nuova visione, concreta, di welfare, che non è più solo patrimonio di grandissimi gruppi, ma che trova terreno fertile nella piccola a media impresa, alla quale noi ci affianchiamo giorno per giorno, con gli strumenti anche pratici, messi a disposizione dal sistema Confartigianato, per consentire un benessere sempre maggiore dei lavoratori delle aziende, visto che è ormai più che certo che un lavoratore che sta bene, che è soddisfatto, produce più e meglio”.

Dopo l’intervento del presidente Vannetti, ha preso la parola il professor Giulio Sapelli,, che ha spiegato che “l’unico vero welfare che vedo in circolazione è quello delle piccole imprese”. L’ ordinario di economia politica all’Università degli Studi di Milano e storico docente di storia dell’economia, ha dato un inquadramento storico, sociale e politico del sistema del welfare, e si è detto convinto del fatto che “è proprio quello dell’impresa artigiana, della famiglia che la conduce, dei lavoratori che si sentono in qualche modo famiglia anche loro, il terreno migliore dove dar vita ad un benessere sociale che poi, diventa automaticamente benessere economico e territoriale”.

E’ stata poi la volta del segretario generale di Confartigianato Arezzo, Alessandra Papini, che ha spiegato come l’associazione che rappresenta “non solo lavora per favorire le politiche di welfare delle imprese artigiane del territorio, ma  sperimenta il welfare aziendale al suo interno, per i suoi dipendenti”. “E’ il primo anno – ha spiegato – del nostro piano welfare e siamo impegnati ad applicarlo nel vero senso della parola, convinti che il vero welfare è quello delle pmi, non quello presente nelle multinazionali. Questo perché, come diceva Adriano Olivetti, bisogna amare le persone per essere grandi imprenditori”.

Questa nuova visione, concreta, di welfare, non più solo patrimonio di grandissimi gruppi, è stata rappresentata dal racconto in diretta che hanno tenuto i protagonisti di due imprese aretine  del sistema Confartigianato, che hanno illustrato il loro positivo cammino nel welfare aziendale: Piero Iacomoni per Monnalisa e Roberto Banelli per Mb Elettronica.

Hanno preso poi la parola Giovanni Lucchetta, responsabile della piattaforma Welfare Insieme Tre Cuori, e Mario Vadrucci, presidente di Welfare Insieme, che guidano quindi le due strutture tecniche ed operative del sistema welfare messo in campo da Confartigianato Imprese, alle quali fa capo anche Confartigianato Arezzo.  Hanno spiegato ai presenti come funziona la “macchina” e quali sono gli scopi della loro azione al fianco delle imprese del settore.

Dai loro interventi è emerso come l’impresa sociale WelFare Insieme rappresenti “il punto di incontro di numerosi servizi di welfare: da un lato intende offrire alle micro e piccole imprese l’opportunità di cogliere le possibilità offerte dall’attuale quadro normativo sul welfare aziendale, e dall’altro lato vuole permettere a persone e famiglie di individuare risposte adeguate ai bisogni di assistenza sanitaria, assistenza alle famiglie per anziani e bambini e previdenza”.

In questo senso anche Confartigianato svolge così diverse funzioni: diffondere la conoscenza del welfare, costruire l’offerta di servizi e selezionare le imprese che li presteranno garantendone la qualità, organizzare la distribuzione e i piani di formazione per le imprese, comunicare l’offerta a livello nazionale – puntando soprattutto sulle Associazioni territoriali Confartigianato, punto di raccordo tra i bisogni del territorio e l’offerta di servizi dell’impresa sociale”.

In particolare Vadrucci ha spiegato poi come la nuova impresa “esprime la visione di Confartigianato Imprese: il welfare deve essere pensato come un’opportunità, non come un costo”. Questo perché, ha concluso: “I servizi per il benessere possono diventare un motore di crescita sociale e sviluppo economico perché migliorano le condizioni di vita dei cittadini e della collettività, riducono la spesa dello Stato per l’assistenza e generano nuove opportunità di occupazione, soprattutto giovanile. WelFare Insieme mira quindi a coniugare welfare aziendale e welfare territoriale anche in una zona fertile e magnificamente vocata a questo impegno qual è Arezzo”.

 



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