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Tassazione e rifiuti al raddoppio. Escalation insostenibile per le piccole imprese


La cifra è questa: +119,2% in cinque anni. Esponenziale, fuori da ogni regola economica. Di fatto una vera e propria escalation:più che un raddoppio nelle cifre e nella sostanza. Parliamo del prelievo da tassazione immobiliare e da rifiuti per le imprese.

“La tassazione immobiliare – spiega lanciando un forte allarme il presidente di Confartigianato Arezzo, Ferrer Vannetti – ha determinato oltre un terzo (35%) dell’aumento del prelievo fiscale negli ultimi cinque anni”. Non solo, insiste Vannetti: “Per quel che riguarda le tasse sugli immobili, la mancata applicazione della deducibilità dell’Imu da Irpef, Ires e Irap mantiene un iniquo prelievo fiscale sulle imprese, generando l’effetto perverso di ulteriori tasse sulle tasse”.

E tutto questo malgrado il minore gettito dei cosiddetti imbullonati, conseguente al provvedimento inserito in Legge di bilancio 2016 grazie all’azione di Confartigianato che ha determinato una riduzione del 7,2% del prelievo sulle imprese manifatturiere.

Non basta: secondo i dati diffusi dal Centro Studi di Confartigianato, sempre in cinque anni, il prezzo della raccolta rifiuti sale del 12,3%, ritmo doppio del +6,4% della media Eurozona, mentre nello stesso arco di tempo la produzione di rifiuti scende del 5,3%.In dieci anni la produzione di rifiuti urbani diminuisce dell’8,4%, mentre aumentano del 50,1% i proventi totali del servizio di igiene urbana.

Viene segnalato poi dall’associazione di categoria artigiana anche un paradosso nella percezione sociale: “All’aumentare del costo di spazzamento strade – spiega il rapporto Confartigianato – cresce la percezione di sporcizia nelle strade da parte delle famiglie, con il 33,0% delle famiglie che dichiara molto o abbastanza presente il problema della sporcizia nelle strade nella zona in cui vive”.

“A questo punto appare evidente che occorra un svolta sul fronte delle politiche fiscali nel nostro Paese – spiega ancora il presidente Vannetti – visto che, se da un lato il nostro sistema, farraginoso e fiscalmente oppressivo, rallenta la crescita, dall’altro abbiamo di fronte un mondo dell’artigianato e delle piccole imprese che corre per agganciare la ripresa”.

“Solo se Istituzioni politiche, associazioni di rappresentanza del mondo produttivo e aziende – conclude il leader artigiano – saranno in grado di remare viaggiando nella stessa direzione, si potranno ristabilire le condizioni favorevoli e necessarie per fare impresa e per assottigliare quel gap che continua a distanziarci dalle medie europee dal punto di vista dell’efficienza. Tutto ciò consentirebbe un vero rilancio per il settore e per l’intero sistema-paese”.

 



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